Riassunto. Introduzione. Dal 1987, anno della sua approvazione in Italia, la rifaximina è stata autorizzata in oltre 30 Paesi per il trattamento di un ampio range di malattie gastrointestinali. Lo scopo dello studio è stato quello di analizzare l’utilizzo della rifaximina 200 mg nella pratica clinica nella Regione Campania. Metodi. È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo che ha previsto l’analisi delle prescrizioni di rifaximina ricevute dai soggetti di età ≥18 anni residenti nella Regione Campania. Per ogni soggetto la prima prescrizione di rifaximina nel 2019 è stata definita come data indice. Sono state analizzate tutte le prescrizioni nei 12 mesi successivi alla data indice. I soggetti sono stati classificati in base al numero di confezioni/anno ricevute (1-4, 5-12, 13-24, >24). Risultati. 231.207 soggetti hanno ricevuto almeno una confezione/anno di rifaximina 200 mg con una prevalenza di utilizzo del 4,9% e una spesa complessiva annua di 9,2 milioni di euro. Il 73,9% degli utenti ha ricevuto 1-4 confezioni/anno, il 16,4% 5-12 confezioni/anno e il 7,7% 13-24 confezioni/anno. Il 2% degli utenti ha ricevuto più di 24 confezioni/anno con un’incidenza sulla spesa totale pari al 14,8% (il 5% è dovuto ai soggetti con più di 40 confezioni/anno). Discussione. Circa due terzi degli utilizzatori di rifaximina hanno ricevuto non più di tre confezioni, presumibilmente per il trattamento delle gastroenteriti infettive o delle sindromi diarroiche, mentre il 24% ha ricevuto 5-24 confezioni/anno probabilmente per la gestione delle patologie intestinali croniche recidivanti. Il 15% della spesa e del consumo è relativo a soggetti che ricevono più di 24 confezioni/anno, probabilmente dovuto al trattamento delle malattie epatiche croniche. Conclusioni. L’uso di rifaximina 200 mg dovrebbe essere ulteriormente studiato in diverse malattie croniche ricorrenti, soprattutto per verificare quali schemi e dosaggi sono utilizzati nella pratica clinica rispetto a quelli testati negli studi clinici.